Ad affermarlo è Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dopo un gruppo di lavoro di 22 scienziati provenienti da dieci nazioni che hanno avuto con gli esperti dell’OMS. I ricercatori hanno analizzato e revisionato tutti gli studi effettuati sulla correlazione tra carne e cancro e sono arrivati ad affermare chiaramente quale rischio si corre a mangiare alcuni tipi di carne.
QUAL’E’ IL RISCHIO
Nel comunicato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) legge infatti che la carne rossa è probabilmente cancerogena per l’uomo (e quindi è stata inserita nel gruppo 2A, ovvero non hanno prove definitive) mentre la carne lavorata e trattata è stata classificata...
... ufficialmente come cancerogena (quindi è certo, e di conseguenza inserita nel gruppo 1A) al pari del fumo e del benzene.
Le possibili patologie che vengono elencate sono il tumore del colon, dello stomaco, del pancreas e della prostata.
QUALI CARNI SOTTO ACCUSA
Per carni lavorate si intende carne trasformata attraverso salatura, stagionatura, fermentazione, affumicatura o altri processi utili a migliorarne il sapore o la conservazione, e quindi ci rientrano: Wurstel, pancetta, salami, prosciutto, salsicce, carne in scatola, carne secca e sughi a base di carne.
Per carne rossa si intendono tutte le carni ricavate da muscolo di mammifero compresi, manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra.
Queste valutazioni saranno ufficialmente pubblicate nel volume di 114 della IARC Monographs, nel frattempo però sul sito dell’Iarc è apparso un comunicato stampa, insieme a una lista di domande e risposte, che non lascia adito a molti dubbi.
BASTANO 50 GRAMMI
Gli esperti hanno concluso che ogni porzione di 50 grammi di carne lavorata mangiata ogni giorno aumenta il rischio di cancro al colon del 18%. “Un rischio che aumenta con la quantità di carne consumata” spiegano i relatori. Se consideriamo quanto prosciutto o salsiccia c’è in un panino, oppure quanta carne arrosto si mangia nei pasti o nei barbecue, il rischio è molto alto.
Il cancro al colon viene diagnosticato almeno nel 1% della popolazione italiana ogni anno, quindi nel complesso un’elevata percentuale di persone. Secondo uno studio Aiom, il 9% degli italiani nel 2010 mangiava carne rossa o insaccati tutti i giorni, e il 56% la mangiava 3-4 volte a settimana e molto probabilmente la dose è sopra i 50 grammi.
ALTRI STUDI
Dionidream da tempo tratta i pericoli di un’alimentazione errata. Alcuni ricercatori, guidati da Valter Longo, hanno pubblicato uno studio che affermava chiaramente che il rischio di morte per cancro nella fascia d’età tra 50 e 65 anni è del 400% maggiore per chi consuma carne, latte e formaggi.
Un altro studio del Dott. Hunnicutt afferma che il ferro eme, presente nella carne rossa, è stato trovato far aumentare il rischio di malattia coronarica del 57%.
Insomma secondo i dati la naftalina, il fumo, il benzene e le carni lavorate sono messe sulla stessa classe di tossicità, il gruppo 1. Dopo tutti gli anni in cui se ne è discusso, finalmente ora che lo dice anche un’organizzazione scientifica forse qualcuno prenderà un pò più seriamente la propria salute. Alla fine è solo una questione di abitudine e cominciare ad orientarsi verso cibi più sani e che nutrono davvero il corpo.
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